Dobbiamo essere più consapevoli del regalo che ha fatto la democrazia repubblicana all’Italia e al nostro popolo. Senza nemmeno rendercene troppo conto, siamo diventati un paese che rifiuta il bipolarismo dell’odio in sé stesso. Le immagini raccapriccianti dell’eccidio commesso da Hamas sui civili, compreso il destino dei rapiti, fanno emergere un tasso di odio che non ci appartiene e che non vogliamo ci appartenga mai.

Infatti è urgente non importare quei sentimenti in casa nostra e non dividerci. In Italia l’unanimità si è fatta attorno ad Israele, da destra a sinistra, per tutto questo orrore: non c’è nulla che possa giustificare tanta violenza, nulla che spieghi l’odio per civili innocenti. Innocente in latino significa che non può nuocere: in cosa dei bambini possono essere un pericolo o diventare un nemico? Si deve discutere di politica, degli errori del governo di Israele e del diritto dei palestinesi ad avere un loro Stato, ma ciò non può implicare mai e poi mai tanta mostruosità. Come italiani non lo possiamo concepire.

Attenzione: non è sempre stato così, né è così ora in tutti gli altri paesi europei e alleati. In passato gli italiani non erano “brava gente” come dice certa retorica: accettarono supinamente le leggi razziste del 1938 (volute da Mussolini e controfirmate dal Re) e, mentre molti italiani nascosero ebrei dai nazifascisti, molti altri li denunciarono. Come Stato abbiamo sulla coscienza una complicità storica con il regime nazista, almeno fino all’8 settembre 1943. Ci furono anche gli eccidi in Etiopia.

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Ma poi siamo cambiati grazie alla nostra democrazia e ai suoi padri fondatori che seppero far rinascere l’umanesimo italiano di radice cristiana. La celebrazione dell’80° della razzia degli ebrei di Roma, che da trent’anni Sant’Egidio e comunità ebraica organizzano con una marcia della memoria, ha visto la partecipazione del presidente Sergio Mattarella e di quasi tutto il governo.

Dobbiamo tenerci stretto questo nostro tratto nazionale: in Francia ad esempio la sinistra di Mélenchon non ha condannato le gesta di Hamas. In altri paesi europei ci sono posizioni simili. Da noi no. È come per il naufragio di Cutro: in quel paese si vota al 75 per cento a destra ma quando sono morti madri e bambini a 100 metri dalla costa, gli abitanti di Cutro si sono indignati e hanno costretto il governo a venire.

Il colore politico qui non c’entra: c’è un livello che mai e poi mai si può accettare, né superare, per nessun motivo ideologico/politico che sia. Dobbiamo esserne fieri: onore a quei cittadini che restano umani. Nel caos del nostro mondo restare umani è molto importante, soprattutto davanti a fenomeni geopolitici complessi.

C’è tanto da dire, da spiegare, da intrepretare, da capire, ma una cosa è sicura e molto semplice: l’uccisione degli innocenti non è mai accettabile, israeliani o palestinesi che siano.

Non risolve mai nulla. Come italiani questo lo intuiamo tutti: è il nostro patrimonio. Malgrado tutta la politica, si tratta di quell’irriducibile umano che solo può salvarci.  

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