- “Tridico si alza la paga con effetto retroattivo, è polemica all’Inps”, titola Repubblica il 26 settembre, con il primo articolo della serie. Salvo poi pubblicare ieri un pezzo più corretto nel quale si legge che Tridico non si è alzato lo stipendio da solo e che non è retroattivo nel modo indicato nel senso indicato nella prima puntata.
- La polemica è infondata ma apre comunque un dibattito sulla necessità di riformare il reddito di cittadinanza.
- Torna quindi la solita polemica sui poveri che non vogliono lavorare e preferiscono restare sul divano a poltrire.
La sequenza degli eventi è chiara, ma priva di un senso logico: passate le elezioni regionali, scoppia una polemica basata su notizie distorte a riguardo dello stipendio del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che ha gestito l’introduzione del reddito di cittadinanza; in tanti, a cominciare dalla Lega di Matteo Salvini, chiedono le dimissioni di Tridico; il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dice in un retroscena del Corriere della Sera che è ora di cambiare il reddito di cittadinanza,



