La destra al potere ha trovato un'altra occasione per confermare i suoi tratti caratterizzanti, quelle radici che, come afferma orgogliosamente Giorgia Meloni, non gelano: arroganza, protervia e ignoranza. Dopo i pistoleri, i saluti romani, i riti funebri dei giovani fratelli italiani per onorare i patrioti (esaltati dalla televisione di stato con un servizio degno dell’Eiar del passato regime) ora siamo all’eliminazione sistematica dei non omogeni e non subalterni.

Ultimo caso, la rimozione di Marino Sinibaldi dalla presidenza del Centro per il libro e la lettura, una benemerita istituzione dedita alla promozione della lettura, e la sua sostituzione con Adriano Monti-Buzzetti Colella.

Metodo

Sorvoliamo sul metodo perché pretendere anche buone maniere dalla destra è fuori dal mondo: una telefonata, e via andare. Quel che conta (e non è nemmeno il peggio) è il profilo della persona incaricata di svolgere un compito così importante.

Monti-Buzzetti, fervente monarchico tanto aver dipinto lui stesso un ritratto di Umberto II per la tessera dell’Unione Monarchica Italiana, si caratterizza per la direzione della rivista Dimensione cosmica (un titolo che dice tutto), e la collaborazione ad un’altra rivista d’area nostalgico-fantastica, Historica, fondata da Francesco Giubilei, presidente della fondazione Tatarella; oltre che per una recente nomina (politica?) presso, guarda caso, il Tg2.

Merito

Se si dovesse dar seguito alla ridefinizione del ministero della Pubblica Istruzione (così si è chiamato per decenni quello che si occupava della scuola) in ministero “del merito”, non siamo certi che il merito abbia trovato piena applicazione nella nomina di Monti-Buzzetti al posto di Sinibaldi. Che quest’ultimo si fosse occupato per più di quarant’anni di cultura ed avesse al suo attivo la direzione di programmi culturali di qualità universalmente riconosciuti a Radiotre (oltre alla direzione della stessa rete) e la promozione di incontri e festival letterari, non contava nulla.

L’importante era occupare un’altra casella disponibile. Che vi si insedi una pallida figura non importa: quello che conta è dimostrare di avere potere e gratificare gli amici, anche a sprezzo del ridicolo. Un esempio di gestione predatoria e clientelare di ogni posta a disposizione del governo.

Competenza cosmica

Tuttavia, incredibilmente, c’è di peggio: ed è quello che è accaduto in Parlamento nella risposta all’interrogazione parlamentare su questo caso del sottosegretario del ministero della Cultura, Gianmarco Mazzi, il quale ha sostenuto che era finito il tempo in cui dominava, citiamo le sue testuali parole, l’ ”autoritarismo culturale” della sinistra e che bisognava “aprire le porte per fare entrare aria fresca, forse dal cosmo, viste le competenze di Monti-Buzzetti. Una chiusura a testuggine a difesa dell’operato del governo, senza una parola sul differenziale delle competenze.

Questa vicenda mette in risalto la fame insaziabile di potere, la modestia del personale a disposizione, la rozzezza e l’arroganza dei suoi rappresentanti di governo. Per chi aveva una certa conoscenza di quel mondo nessuna sorpresa. Per chi aspettava di vedere la destra di Giorgia all’opera prima di giudicare, ora tutto dovrebbe essere più chiaro.

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