- La domanda non è se le fedi contano nelle elezioni presidenziali, ma se i due appuntamenti elettorali che hanno visto candidato Donald Trump hanno sfruttato o cambiato la fisionomia del cristianesimo americano e del cattolicesimo in modo particolare, che forte dei suoi 51 milioni di elettori ne è ipso facto protagonista.
- In un paese che è da sempre “diviso” fra culture, concezioni o economie, le tradizioni religiose costituivano nervature trasversali, divise fra i partiti, con una proporzione che è sempre meno importante.
- Il mondo bianco anglosassoni protestante (i wasp) con la loro pietà, la loro morale e il loro orrore religioso per l’ipocrisia hanno mosso grandi progressi civili dal diritto della famiglia a quello della persona.
Le presidenziali americane hanno portato una folata di analisi sulla composizione nel voto e del voto religioso: col loro corteo di cliché che spiegano che il vincitore (chiunque egli sia) non ha fatto gli errori del predecessore o che i parametri della volta precedente non si applicano «a una America profondamente mutata». Così accanto ai calcoli sul voto delle donne bianche, della America “profonda”, dei neri e dei latinos arriva puntuale la “sociobanalisi” del voto delle persone che si di



