Verso la legge sulla concorrenza

Il fallimento dello stato dietro l’assenza di gare e competizione

  • I servizi pubblici sono per definizione dei monopoli, o “naturali” (per esempio le infrastrutture) o “legali” (cioè decisi politicamente, per esempio gli autobus urbani), altrimenti ci penserebbe il mercato a produrli. Qualche volta per i “monopoli legali” questo accade in caso di liberalizzazioni, e spesso con risultati positivi.
  • Ma se questi monopoli sono debolmente regolati, cioè per esempio l’impresa non può fallire, o ha come cliente principale lo stato (con ricavi più da sussidi che dalle tariffe riscosse dagli utenti), questi incentivi vengono meno.
  • L’obiettivo principale dell’impresa, pubblica o privata che sia, quasi si capovolge: diventa quello di massimizzare i trasferimenti pubblici. Il problema vero che sorge in questi casi è che lo stato è spesso d’accordo con questo obiettivo distorto.

“Gli umani rispondono agli incentivi”. Questo è uno storico motto caro agli economisti, e sembra difficilmente contestabile. Ora, l’incentivo all’efficienza per un’impresa privata è il profitto, ovviamente soggetto a vincoli normativi. Per efficienza (che ha molte definizioni) qui consideriamo solo la minimizzazione del costo degli input e l’innovazione di prodotto e di processo. I servizi pubblici sono per definizione dei monopoli, o “naturali” (per esempio le infrastrutture) o “legali” (ci

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