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Il femminismo di Marine Le Pen è l’altra faccia della sua xenofobia

  • Per la campagna che la porterà a sfidare Macron nel ballottaggio per l’Eliseo, Marine Le Pen ha scelto lo slogan “femme d’État”, donna di stato, sfruttando apertamente la sua immagine femminile.
  • La figura di paladina dei diritti delle donne pare funzionale soprattutto al processo di “dédiabolisation” del suo partito, e a chiudere il gap di genere nel suo elettorato, mentre rafforza nella candidata il profilo dell’outsider.
  • Ma il fattore populista spinge Le Pen a utilizzare l’agenda dei diritti delle donne principalmente come arma della storica battaglia anti-islamista e contro l’immigrazione, in un’espressione esemplare di «femonazionalismo».

Alle elezioni presidenziali di cinque anni si presentò come «una madre, una sorella, una donna in politica in un mondo di uomini». Per la campagna del 2022, che domenica la porterà a sfidare Macron nel ballottaggio per l’Eliseo, ha scelto lo slogan «femme d’État», donna di stato. Marine Le Pen non lascia dubbi sull’intenzione di sfruttare sempre più apertamente la sua immagine femminile per conquistare gli elettori e soprattutto le elettrici francesi, storicamente più restie a votare per l'estr

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