Al di là dei probabili comportamenti opportunistici dei fornitori, nella vicenda dei vaccini l’UE paga la mancanza di programmazione e di una politica comune della salute.
Tuttavia, nella migliore delle ipotesi, a fine 2021 sarà vaccinato il 50% della popolazione dei paesi del G7 e meno del 20% della popolazione mondiale. Di fronte a ritardi che le aziende non hanno interesse a ridurre, occorre che la mano pubblica intervenga nella produzione come si è impegnata nello sviluppo.
I brevetti andrebbero sospesi temporaneamente, e la tecnologia di produzione resa disponibile a tutti i produttori in possesso delle necessarie competenze.
La vicenda dei ritardi nelle forniture dei vaccini ha evidenziato errori e leggerezze da parte di chi in Europa ha negoziato, per conto degli Stati membri, i contratti di fornitura. La scelta di negoziare per tutti è stata sacrosanta, non osiamo nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se i paesi europei si fossero fatti la guerra per accaparrarsi i pochi vaccini disponibili. Inoltre, non si sa ancora se i ritardi sono dovuti ad errori negoziali o a comportamenti furbeschi dei fornitori. Tutt



