Sono passati cento anni dalla scissione di Livorno e dalla nascita del Partito comunista d’Italia, che fu un animale strano, come racconta l’aneddotica togliattiana
- La scissione livornese trovò la sua egemonia in ciò che successivamente il comunismo italiano evitò con scrupolo rifuggendo da una visione dogmatica del marxismo.
- Senza quelle premesse tutto quanto è accaduto in seguito, i settant’anni quasi di vita di quel partito, sarebbero potuti esistere? Complicato dirlo.
- Ma senza quelle personalità – e qui l’elenco da fare porterebbe via spazio, ma un nome, l’ultimo a lasciarci, è dovuto ed è quello di Emanuele Macaluso – si sarebbe trattato di una storia diversa.
Ho scorso il bancale della saggistica coi sette, otto, dieci volumi, dedicati al centenario della scissione di Livorno e alla nascita del Pcd’I (Partito Comunista d’Italia). Più o meno si dividono tra la rievocazione della frattura consumata allora e l’epilogo della parabola riassunta nella Svolta dell’89. Fanno sessantotto anni, settantuno se vogliamo prolungare il ciclo al 1991 col battesimo della Quercia. Complicato tenere assieme il tutto, eppure un qualche filo dev’esservi da quel lontan



