- La cosiddetta vocazione maggioritaria va ricalibrata: un partito che non pretende di rappresentare tutti, bensì di essere responsabile nei confronti di tutti.
- Il Pd ha percorso questa strada. Ha risposto presente tutte le volte che incombeva una crisi di sistema.
- Serve qualcosa in più: una agenda di riformismo radicale che connoti il partito come la punta di lancia e lo scudo della giustizia sociale e dei diritti. Non una melassa pigliatutti .
C’è uno spettro che aleggia sopra il Pd, la vocazione maggioritaria. Questa misteriosa espressione sta tenendo banco nelle discussioni sul partito fin dalla sua fondazione, quando Walter Veltroni lanciò la sua segreteria con quello slogan. Allora, il termine aveva una traduzione semplice: contendere al Pdl berlusconiano un partito di altrettanta ambizione e spessore tale da guadagnare da solo, o con qualche vassallo, il premio di maggioranza e andare al governo. Oggi non esiste più quel con



