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Il piano vaccinale ignora i ragazzi

  • La pandemia non si può più trattare come un’emergenza, ma come un gravissimo problema socio-sanitario di medio se non lungo periodo. Non si può più applicare il semplicistico principio del “salviamo i più deboli” senza pensare al costo sociale che pagano tutti gli altri.
  • Possibile che non ci sia un’idea per preservare sia le vite dei vecchi che quelle dei giovani, in pericolo entrambe in forme e per motivi diversi?
  • Che il tema riguardante l’impatto della pandemia sui più giovani non sia stato messo in agenda è reso evidente anche da due caratteristiche ancora non chiare dei numerosi vaccini.
     

Il nostro continuo rimuginare sulla pandemia – si poteva fare meglio, si doveva fare meglio, poteva andare peggio e soprattutto, in base a quali principi la abbiamo fronteggiata? – diventa ogni giorno più doloroso e angosciante. La scelta di chi salvare e di chi lasciar morire, seppur inaccettabile per la nostra morale personale, spetta a organismi fatti di individui come noi e che da noi hanno ricevuto l’incarico di prendere decisioni nell’interesse della collettività. Ciò non accade solo a

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