- Cosa passa nella mente di individui che avvertono a tal punto capovolto l’ordine delle loro esistenze da non accettare più di vivere, ma nemmeno di lasciare in vita chi vedono come la causa del loro male?
- L’omicidio-suicidio, specialmente se mosso dall’intento di “punire” la donna, ci mette di fronte a un elemento nuovo per un fenomeno che dura da millenni.
- Ci costringe cioè a vedere come il supremo atto di potere, quello di decidere della vita e della morte altrui, coincida con il sentimento di un’estrema impotenza.
Nabil Dhahri aveva trentotto anni, un lavoro e “una vita tranquilla”, dicono i conoscenti. Eppure, una settimana fa ha sterminato la sua famiglia, uccidendo a coltellate la compagna Elisa Mulas, i loro due figli e la madre di lei. Infine, si è tolto la vita. Uomini qualunque, uomini “normali”, riempiono le cronache dei quotidiani per i gesti efferati con cui uccidono le donne, al ritmo di una ogni tre giorni. La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne costrin



