In meno di cinque mesi l’attacco del 7 ottobre da parte di Hamas si è trasformato per molti in una formale premessa che prepara l’arrivo di un “ma”. La memoria gioca brutti scherzi, nessuno lo sa meglio degli israeliani. Visti oggi, dopo che i primi sentimenti si sono depositati, i video dell’attacco terroristico mostrano con ancora più chiarezza l’intento genocidario del fatto
In meno di cinque mesi l’attacco del 7 ottobre da parte di Hamas si è trasformato per molti in una doverosa, formale premessa che prepara l’arrivo di un “ma”. Il “ma” introduce la riprovazione per la sproporzionata reazione israeliana a Gaza. L’aviazione, i carri armati, i bulldozer, 29mila civili morti, il co nto della tragedia che sale continuamente, i milioni di sfollati ormai sc hiacciati a ridosso di Rafah, dove si aspetta un’altra operazione di terra. Questo è il senso del “ma”. Della prem



