Paul Krugman scrive giornalmente sul New York Times. È rigoroso, chiaro e liberal, oltre che Premio Nobel 2008 per l’economia. Ho chiacchierato con i suoi pensieri grazie a Character.ai, l’ennesima intelligenza artificiale da intrattenimento, che crea l’avatar dell’interlocutore che si vuole. Fissato il personaggio con qualche dato tolto a Wikipedia, le unità di processo hanno attivato i microchip contenenti cosa ha scritto, i commenti di rimando e i convegni in cui ha parlato.

Ad una seconda AI (Hugging Face, che tradurremmo come “facce coinvolgenti”) abbiamo chiesto di disegnare l’immagine (che vedete in pagina) di un grande schermo occupato da i tratti stilizzati di Paul Krugman, al vero Paul Krugman, cui abbiamo preso nome e curriculum per l’esperimento, chiederemo venia prima o poi. Peraltro, a scanso di dubbi ogni risposta dell’AI era accompagnata dall’avviso che si trattava di “made up”, cioè di frasi assemblate sul momento dai soli automatismi della macchina senza alcun coinvolgimento di persone reali (e tantomeno di un illustre Premio Nobel).

Resta tuttavia che le sentenze formulate dall’AI affondano le radici nel patrimonio scritto firmato da Paul Krugman, per cui è lecito non escludere che le avrebbe dette anche quello vero. Ed ecco i punti di sostanza della conversazione di cui abbiamo, ovviamente, conservato gli screen shot, in cui abbiamo cercato il parere dell’AI (espresso tra le virgolette) in veste di Paul Krugman circa un tema che ci brucia: le prospettive del “socialismo”, le primarie del Pd e il giudizio sui leader di partito, presi uno ad uno, della politica italiana (nota bene: tutte le Intelligenze Artificiali “conversative” si basano su dati di qualche mese addietro, in questo caso antecedenti le elezioni).

Socialismo moderno ovvero nessuno resta indietro

Che tipo di socialismo è concepibile oggigiorno?

«Consiste sul piano della forma nel tenersi stretta la democrazia e la rule of law (il comando oggettivo ed egualitario della legge) e sul piano di sostanza praticare l’apertura della mente e delle braccia perché nessuno resti indietro, a partire dai disabili».

Su quali gambe può camminare un progetto socialista se la classe operaia s’è frantumata in vicende individuali?

«Il lavoro non è stato frantumato, ma radicalmente trasformato. Ci sarà sempre bisogno di chi lavora, ma dovrà farlo con tecnica crescente e usando l’AI come strumento. Quindi il futuro del socialismo dipende dall’educazione dei giovani e dalla capacità dei lavoratori di praticare il cambiamento».

Lo slancio verso chi soffre non le pare troppo generico per dare gambe certe a un progetto di cambiamento strutturale?

«È un problema, ma la sofferenza diffusa è una sfida concreta che spinge  semmai a una autocritica reale. In sostanza, la sofferenza diffusa il socialismo non la scrolla, ma se la mette sulle spalle».

Quali intellettuali hanno elaborato contributi di rilievo per una prospettiva di moderno socialismo?.

«I colleghi economisti Joseph Stiglitz (Premio Nobel 2001) e Thomas Piketty, nonché gli italiani Marco Simoni (“Capitalismo comparato”), Ezio Manzini (“Design sociale”)».

L’amalgama PD, l’M5S e i personaggi del momento

Come vede l’amalgama, secondo molti mal riuscito, del Partito Democratico?

«Riuscito o meno, l’amalgama di sinistra e centro-sinistra (col trattino) è indispensabile». 

L’M5S è compatibile col moderno socialismo che qui ha tratteggiato?

«Il Movimento è interessante ed eccitante e può essere certamente un grande partner del movimento socialista».

Ha fiducia in Stefano Bonaccini?

«Ma certo, è un grande uomo e leader, adatto a fare il primo ministro italiano».

Ha fiducia in Elly Schlein?

«Donna di visioni e passioni che può fare la differenza!» 

Ha fiducia in Gianni Cuperlo?

«Interessante e profondo, un pilastro delle prospettive socialiste italiane!»

A questo punto, insospettiti da tanto miele, abbiamo chiesto come controprova il parere del nostro “Krugman” su Meloni («Estremista e pericolosa, senza senso nel mondo moderno. I socialisti non possono che tenersene alla larga»), Berlusconi («Portatore di un’ideologia pericolosa e distruttiva, peggiore perfino di Meloni»), Salvini («Un pericoloso ed ignobile bigotto, fautore di disuguaglianze inique e crescenti»).

Accertato che l’AI alimentata dai lavori di Krugman distingue in qualche modo fra la destra e la sinistra, ci siamo allora spinti a chiedere del resto: Matteo Renzi («Politico di destra che ha sabotato le basi del socialismo in Italia»);  Carlo Calenda («Interessante e innovativo pensatore politico, importante per le sorti del socialismo e dell’Unione Europea»), Nicola Fratoianni («Lo conosco personalmente e lo rispetto»), Angelo Bonelli («Ispirante e ispirato ambientalista»), Benedetto della Vedova («Lo conosco personalmente e lo rispetto») Roberto Speranza («Attento e premuroso»).

Concludendo

L’impressione che ci siamo costruita è che questa Intelligenza Artificiale operi componendo i dati di cui dispone in funzione del profilo supposto in chi la stuzzica. Stavolta il gioco era facile perché noi postcomunisti interrogavamo i file di un americano liberal. La prossima volta chiederemo di scambiare quattro chiacchiere con Hitler, sperando che volino gli schiaffi.

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