- «Ovunque io vada, ovunque io sia, ovunque mi trovi sento sulle mie spalle, come un macigno, il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone». Queste parole le ha scritte il 20enne Seid Visin, prima di togliersi la vita.
- Erano meglio, molto meglio le nostre nonne: anche davanti allo straniero restavano umane e materne. Siamo peggiorati: a quell’epoca, dopo la guerra e fino a qualche decennio fa, a nessuno sarebbe venuto in mente di picchiare un disabile per strada o schifare apertamente uno straniero.
- Dobbiamo dircelo senza relativizzare: siamo peggiori.
Il vero messaggio di addio di Seid Visin è che siamo diventati peggiori
05 giugno 2021 • 17:06Aggiornato, 05 giugno 2021 • 18:39