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In Lombardia e Lazio è saltato l’ultimo argine fra la politica e il fantacalcio

  • «Vincere!», ordinava Benito Mussolini, chiamando alla guerra l'Italia "proletaria e fascista". «Vincere!», proclamano i politici italiani 82 anni dopo quando vengono chiamati alla pugna elettorale.
  • In un'Italia resa pacifica dal misto di ragionevolezza e scetticismo che la pervade, la cultura politica, a parte pochi esaltati, non pratica il bellicismo del Duce. Piuttosto si affida alla metafora della competizione sportiva. Si fa politica per vincere una gara. Il popolo tifa.
  • I politici parlano come allenatori, decidono chi schierare sulla fascia destra, chi è più adatto all'interdizione, se si vince con il pressing, con il catenaccio o con il possesso, convinti che gli elettori si appassioneranno al loro delirio.

Vincere!», ordinava Benito Mussolini, chiamando alla guerra l’Italia “proletaria e fascista” e collegando il rombo del cannone, come va di moda anche oggi, al nobile obiettivo di «dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all’Italia, all’Europa, al mondo». «Vincere!», proclamano i politici italiani 82 anni dopo quando vengono chiamati alla pugna elettorale. In un’Italia resa pacifica dal misto di ragionevolezza e scetticismo che la pervade, la cultura politica, a parte pochi esa

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