Chiediamocelo seriamente: esiste un rischio fascismo? Molti opinionisti rispondono di no, così come una parte dei leader politici. La loro risposta si basa su un’analisi piatta dell’oggi, senza prospettiva storica e senza conoscere la potenza delle ideologie nella storia.

Il fascismo del passato

È ovvio che non esiste un rischio di un ritorno al fascismo che fu: gagliardetti, inni, marce e camicie nere. In Italia il fascismo regime è caduto il 25 luglio 1943. La coda repubblichina (malgrado la percezione di chi vi partecipò) fu molto diversa: non era più il fascismo italiano ma una fazione assoggettata al nazismo tedesco (come per altri movimenti in Europa), cioè la corrente italica del regime germanico.

Il neofascismo

Dopo la guerra in Italia rinacque il neofascismo, diverso dal fascismo regime del Ventennio, con un’impronta eversiva e anti stato. Tale forma neofascista esiste ancora oggi e, seppure sia considerata illegale e illegittima dalla Costituzione, viene tollerata da decenni.

Per capire cos’è realmente l’essenza fascista basta rileggersi Il fascismo eterno di Umberto Eco. «Collage» disordinato e rozzo di diverse idee politiche, «alveare di contraddizioni», il fascismo eterno è «un esempio di sgangheratezza politica e ideologica».

Non a caso oggi cavalca la protesta dell’universo No-vax e No-green pass, di per sé lontana dalla pratica del fascismo regime che prediligeva uno stato accentratore in politica sanitaria, bonificatore e convintamente vaccinatore. Nel suo disordinato incedere nella società, il neofascismo attuale occhieggia invece a tutto ciò che è eversivo, come ai movimenti anticapitalistici radicali ad esempio, che non fanno parte del suo background se non nella pratica ribellista degli inizi.

Secondo Eco il fascismo eterno ha delle caratteristiche costanti come l’irrazionalismo in cui la cultura è sospetta e anche la scienza; oppure l’ossessione del complotto o il disprezzo per i deboli. Molte reazioni o posizioni di tale neofascismo sgangherato sorgono dalla frustrazione individuale o sociale che si trasforma in rabbia, sempre secondo Eco.

Un pensiero eterno

Da queste poche osservazioni emergono due cose: la prima è che la mentalità fascista non muore mai e dunque occorre aver sempre memoria di ciò che provocò, per combatterla dentro la società. La seconda è che tale mentalità può facilmente saldarsi con altre forme di ribellismo e rancore sociale, come i No-vax.

Chi non vede tale rischio non sa leggere la nostra società e i pericoli che la minacciano. Il rifiuto di scorgere nei fatti di Roma la matrice fascista rappresenta già di per sé un’emergenza costituzionale.

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