- Il sollievo per la fine (auspicata) della fase più dura della pandemia, con i 150 mila morti che ci ha lasciato a piangere, non sembra l’unico sentimento che accompagna l’approssimarsi del nuovo corso.
- C’è chi, anche a causa di fragilità fisiche, paventa il rischio della «convivenza» con il virus. Ma la maggiore inquietudine è quella di restare indietro mentre tutto riparte, nello scenario di incertezza economica e sociale che già torna ad incombere.
- Ciò per cui non siamo pronti, ciò che provoca ansia, è la prospettiva di tornare a pensare ognuno per sé, di ritrovare le dinamiche fin troppo note della competizione sociale con risorse scarse, rese ancora più ineguali dalla pandemia.
La “normalità” fa paura se il futuro ci lascia indietro
14 febbraio 2022 • 17:26