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La “normalità” fa paura se il futuro ci lascia indietro

  • Il sollievo per la fine (auspicata) della fase più dura della pandemia, con i 150 mila morti che ci ha lasciato a piangere, non sembra l’unico sentimento che accompagna l’approssimarsi del nuovo corso.
  • C’è chi, anche a causa di fragilità fisiche, paventa il rischio della «convivenza» con il virus. Ma la maggiore inquietudine è quella di restare indietro mentre tutto riparte, nello scenario di incertezza economica e sociale che già torna ad incombere.
  • Ciò per cui non siamo pronti, ciò che provoca ansia, è la prospettiva di tornare a pensare ognuno per sé, di ritrovare le dinamiche fin troppo note della competizione sociale con risorse scarse, rese ancora più ineguali dalla pandemia.

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