- Perché abbia senso parlare di «transizione ecologica» bisogna intendersi, perché essa implica cambiamento e perché questo sia effettivo ed efficace dovrà essere radicale, qui e ora.
- Cambiamento tecnologico e produttivo ma anche cambiamento nelle logiche e nel discorso pubblico. La transizione ecologica non può essere neutra o addirittura apolitica, perché deve colpire da una parte e favorire dall’altra.
- La transizione ecologica è «progressista», perché guarda al futuro – ed è per questo che i conservatori la temono – ma anche perché è giusta ed equa. La transizione ecologica ci riguarda – tutti, individualmente, e come paese, anche se siamo piccola cosa nel grande mondo.
La transizione ecologica è necessaria e lo è qui e ora. Nessun gradualismo è ammissibile. L’emissione di gas serra procede a passo spedito. Non tutti, però, vi contribuiscono allo stesso modo. Secondo gli ultimi dati della International Energy Agency (agosto 2020) sei paesi – Cina, USA, India, Russia, Giappone e Germania – sono responsabili del 60% dei gas serra totali emessi nell’atmosfera. Anche l’Italia fa la sua parte: al 20°posto del ranking mondiale, la nostra emissione è di 33 giga-tonne



