- C'è qualcosa di stonato nella supplica del segretario generale della Cgil Maurizio Landini di essere ammesso alla cosiddetta cabina di regia del Pnrr, o Recovery Plan che dir si voglia.
- Ha avuto senso che il governo chiamasse i sindacati a concertare quando erano forti. Non ha senso che siano i sindacati a rivendicare l'invito a qualche riunione quando sono deboli.
- Troppo debole e incapace di trarre forza dal rapporto diretto con i lavoratori, il sindacato insegue il ruolo che non ha più elemosinando inviti a Palazzo Chigi che valgano come certificato di esistenza in vita.
C'è qualcosa di stonato nella richiesta del segretario generale della Cgil Maurizio Landini di essere ammesso alla cosiddetta cabina di regia del Pnrr, o Recovery Plan che dir si voglia. Venerdì scorso, intervistato dal Corriere della Sera, ha detto: «Chiediamo di istituire con il governo un sistema strutturale di confronto e negoziazione preventiva». Queste parole evocano la stagione della concertazione inaugurata nel 1993 dal governo Ciampi e durata poco. Erano tempi difficili, con crisi econ



