Il Pd ha insistito e ottenuto di portare il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia al voto in Parlamento la prossima settimana rifiutando ogni tattica dilatoria avanzata da Lega e Italia Viva.

I due Mattei, Renzi e Salvini, ora uniti nella lotta – mentre due anni fa Renzi insorse sdegnato e furente per essere stato accomunato, su alcuni aspetti, al leader leghista – avevano confezionato una bella manovra di aggiramento e accerchiamento nei confronti del partito democratico.

Con la prospettiva di miglioramenti della legge, sempre possibili ovviamente perché la perfezione non è di questo mondo, volevano portare Pd e Movimento Cinque stelle nella palude di infinite trattative dove, alla fine, quello che contava era lo scalpo piddino: vale a dire, dimostrare che non era in grado di difendere, insieme ai pentastellati, la proposta promossa da un suo parlamentare, e che quindi quella alleanza non aveva futuro.

Pertanto il Pd doveva andare a Canossa da Renzi se voleva far passare un suo provvedimento bandiera.

E invece per una volta il Partito democratico ha avuto coraggio: ha ribaltato il tavolo sghembo della cosiddetta trattativa ed è andato alla conta, alla verifica dei numeri in parlamento.

La decisione presa della leadership democratica non era scontata perché si scontrava con il benpensantismo di coloro che vogliono sempre insegnare cosa deve fare il Pd.

Per tanto, troppo, tempo il partito non ha saputo dire dei no, non si è opposto a quanto il mainstream degli opinion leader e dei palazzi del potere richiedevano invocando il solito, subdolo, senso di responsabilità.

Seguendo questa strada il partito democratico ha pagato prezzi salati senza ricevere in cambio nulla se non emorragia di consensi. Che il segretario Pd Enrico Letta abbia respinto le lusinghe e le minacce di coloro che lo volevano imbrigliare indica un netto cambiamento di “tono” del partito.

La fermezza della leadership segna una svolta nell’immagine del partito: potrà perdere in una votazione, ma il valore anche dalle sconfitte emerge del combattente.

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