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«Ho nostalgia di un tempo che non ho conosciuto», ha ammesso Elly Schlein ad Alzo Cazzullo del Corriere della sera.
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Come si fa a essere custodi di una tradizione a cui non si appartiene ma anche completamente e radicalmente nuovi?
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Schlein sta cercando una risposta, ma l’ancoraggio alla storia post-comunista le garantisce applausi e voti tra i pensionati militanti di Testaccio, ma rappresenta anche un limite perché la costringe a parole d’ordine e priorità che hanno poco di originale
Elly Schlein è un enigma: rappresenta il futuro del Partito democratico, della sinistra almeno in Italia, o il suo limite? La candidata alle primarie del Pd è l’alternativa necessaria alla leadership femminile di Giorgia Meloni o la sua migliore garanzia di sopravvivenza? Sono domande che si fanno in molti in questi giorni che precedono le primarie aperte del 26 febbraio, quando simpatizzanti, elettori, e passanti potranno votare per il segretario del Partito democratico. Stefano Bonaccin



