Caro Enrico Letta, ci conosciamo da 25 anni e proveniamo da studi e consuetudini molto diverse. Ma ricordo ancora la passione con cui, in coppia con Pier Luigi Bersani, girasti per tutta l’Italia quasi vent’anni fa, a indagare sul territorio le prospettive, le necessità, i problemi dei vari distretti produttivi e dell’economia reale italiana.

Dunque, è a “quel Letta lì” che mi rivolgo da fedele elettore della prima ora (anche se, come sai, non iscritto) del Partito democratico.

Poiché è evidente che il Pd è l’unica forza politica che può far argine alla nuova destra nazionalista e al populismo dilagante (avrai visto, immagino, visto il comizio di Giorgia Meloni in Spagna all’evento del partito di estrema destra Vox), vorrei esprimere la mia convinzione su come, a mio parere, si possa sperare di raggiungere quell’obiettivo.

Occorre che il Pd smetta di parlare soltanto di alleanze, discorsi che nella mente della gente evocano soltanto giochini politichesi molto sgraditi, e presenti invece un vero progetto progressista contenente proposte certo fattibili e realistiche, ma che non diano l’impressione di essere la solita minestra.

Il tema delle disuguaglianze, di reddito, di ricchezza e anche e soprattutto di opportunità, è da tempo in cima alle priorità del paese e può essere affrontato soltanto se si agisce con decisione e senza riserve.

L’Occidente si sta avviando verso una recessione (che sarà molto peggio dell’attuale problema con l’inflazione troppo elevata) e dunque è indispensabile che il Pd proponga un programma forte, che da un lato dia qualche speranza a chi probabilmente l’ha persa e che dall’altro spinga gli elettori che si sono rifugiati nell’astensione ad abbracciare un progetto vero e ambizioso, quale la sinistra italiana ha rinunciato a elaborare da molto tempo.

D’accordo l’Occidente, l’Europa, i grandi problemi mondiali… ma parliamo di Italia, parliamo dei bisogni degli italiani e dell’orizzonte dei giovani, sempre più scoraggiati dalle prospettive del paese così che i migliori (e non parlo soltanto dei soliti “cervelli”) se ne vanno.

Io ho sette nipoti e sono tutti, nessuno escluso, al lavoro all’estero, soprattutto a Londra: ma è possibile? Prova a chiedere, caro Enrico, anche a Mario Monti dove cercano un impiego i suoi laureati dell’Università Bocconi.

Con la tendenza attuale, tra denatalità ed emigrazione di giovani, nei prossimi decenni rischiamo di perdere oltre 250.000 residenti ogni anno e, soprattutto, di perdere crescita potenziale per tutto il paese.

Il compito del Pd è provare a frenare queste dinamiche e fare di tutto per invertirle e per questo servono proposte nette, tanto ambiziose quanto serie.

Caro Enrico, ricordati che la gente oggi, soprattutto dopo la “delusione” della rivoluzione mancata del Movimento Cinque stelle, vuole radicalità e chiarezza, non risotti in bianco.

Un caro saluto,

Carlo De Benedetti


Carlo De Benedetti è l’editore di Domani. Enrico Letta, segretario del Partito democratico, interverrà alla festa di Domani a Modena, sabato 25 giugno, alle ore 14. Tutto il programma dell’evento L’Italia di Domani a Modena è sul sito editorialedomani.it.

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