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L’Italia rischia più ora che nella vecchia globalizzazione

  • La globalizzazione è percepita come una delle principali cause del malessere economico italiano. Ma se in passato era così, oggi questo non è più vero
  • Il nostro paese ha registrato un incremento della fetta di export in alcuni settori chiave come i prodotti chimici, l’auto e l’indotto, metalli e alimentari. Così il manifatturiero occupa oggi più lavoratori di media e alta qualificazione rispetto a prima
  • Rimangono però diversi problemi. La crescita economica è ancora fiacca e la disoccupazione rimane elevata. Ma in questo scenario è importante che l’Italia lavori in concerto con gli altri paesi Ue

La globalizzazione è percepita come una delle principali cause del malessere economico italiano. Soprattutto in questa fase dominata dal neo-maccartismo anti Cina originato da Washington e recepito “chiavi in mano” in Europa. Ma è davvero così? Nel passato certamente ma oggi non più, o non nella stessa misura. Nella fase di boom economico tra il 1990 e il 2007 il nostro paese ha perso 35 punti percentuali di crescita del Pil rispetto all’America e oltre 20 nei confronti dei partner Ue. Nello

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