Il terrorismo islamico è un mostro aggressivo e feroce. Dobbiamo capire come sconfiggerlo. E come rafforzare l’occidente nella contesa globale con il fondamentalismo e con le autocrazie.

A tal fine, la strategia messa in campo da Netanyahu è (oltre che ingiusta e anch’essa feroce) profondamente sbagliata. Perché è nociva per gli interessi, per la sicurezza di Israele. E dell’occidente. In questo senso, Netanyahu è caduto in pieno nella trappola ordita da Hamas e dall’Iran. Evitiamo almeno di caderci noi.

Il terrorismo si sconfigge innanzitutto levandogli il consenso. E il fondamentalismo si batte dimostrando la superiorità dei valori occidentali. Questo è quello che ci insegna, inequivocabilmente, la storia delle guerre asimmetriche negli ultimi decenni. Ora, con le uccisioni indiscriminate di civili palestinesi, fra i musulmani l’odio per Israele aumenta o diminuisce?

E se l’odio aumenta, il terrorismo a sua volta si rafforza o diminuisce? Quanto allo scontro culturale tra fondamentalismo e valori occidentali: qual è la credibilità e la coerenza dell’occidente, fermo e duro nel condannare la Russia (giustamente) e i crimini di Hamas (giustamente), diviso e incerto nel condannare invece i crimini di guerra di Israele?

Tutto questo i terroristi islamici e l’Iran, e gli altri loro alleati, lo sanno bene. Difatti era questo il loro obiettivo ed è per questo, purtroppo, che il loro piano sta riuscendo. Più Israele uccide civili palestinesi, per eliminare qualche cellula o qualche capo di Hamas (ma molti non vivono nemmeno lì), più la sua sicurezza diminuisce, non aumenta: perché crescono i suoi nemici e si allarga il brodo di coltura del terrorismo. Lo sottolineano anche molti commentatori di Israele – che è e rimane un paese libero – fra cui il loro più noto intellettuale pubblico, nel mondo, Yuval Noah Harari.

Il contesto

Tanto più se guardiamo al contesto globale. Nel duro confronto fra regimi autoritari (Cina, Russia, Iran) e paesi liberi, le potenze arabe del Golfo e la Turchia, che pure sono anch’essi con gradazioni diverse regimi autoritari, finora erano alleati dell’occidente. Prima dell’attacco di Hamas, era in corso un avvicinamento, storico, fra l’Arabia Saudita e Israele, con conseguenze molto positive anche per la causa palestinese. L’Iran, avversario dei sauditi oltre che nemico mortale di Israele, voleva evitare questo e, grazie alla risposta feroce e indiscriminata di Netanyahu, ci sta riuscendo. Peggio. Le potenze musulmane si allontanano dall’occidente: si guardi al posizionamento della Turchia, che pure è il secondo esercito della Nato. Di fronte alla sfida dei fondamentalismi e dei regimi autoritari, l’occidente risulta oggi più isolato, incerto, contraddittorio. L’Unione europea è apparsa addirittura divisa in tre.

C’è una sola via di uscita: le azioni di Netanyahu vanno condannate con la massima forza, senza ambiguità; come sono stati condannati Putin e Hamas. Occorre nel contempo avviare un’azione diplomatica che coinvolga le potenze arabe del Golfo, spezzando i piani dell’Iran. Bisogna chiedere il rilascio degli ostaggi e di processare Hamas per i crimini del 7 ottobre. Ma anche gli israeliani che si sono macchiati di crimini di guerra devono essere processati, dalla Corte penale internazionale. Occorre nel frattempo offrire ai palestinesi una prospettiva di pace, con aiuti economici per la ricostruzione. L’occidente, tutto (governo di Israele compreso), deve ritrovare la strada della ragionevolezza e del diritto. Ne va del futuro delle nostre società aperte, della nostra libertà.

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