- Tenuto conto del gioco delle indicazioni di voto dei concorrenti eliminati in favore dell’uno o dell’altra protagonista del duello decisivo, la questione dell’esito del secondo turno parrebbe risolta.
- Per Le Pen si sono infatti pronunciati solo Zemmour e il sovranista gollista Dupont-Aignan (2,06 per cento) e il totale del suo sostegno al momento ammonta al 36,98 per cento: un po’ più della quota raggiunta dalla leader dell’allora Front national cinque anni orsono (33,90 per cento). Tutti gli altri, ad eccezione per ora dell’idolo delle platee rurali Jean Lassalle (3,13 per cento) le si sono schierati contro.
- L’idea che la partita decisiva sia chiusa prima ancora di aprirsi fatica però ad imporsi fra i commentatori. E il primo sondaggio dell’Ifop ne conferma i fragili fondamenti, delineando uno sconcertante 51-49 in favore del presidente uscente.
Se c’è uno sforzo a cui è obbligatorio sottoporsi per analizzare in modo scientifico i fatti politici, è saper leggere le cifre. E non solo quelle, sempre controverse, delle statistiche, a cui ciascuno – si parli di immigrazione, di debito pubblico, di criminalità o di infezioni da virus – fa dire quel che preferisce, ma anche gli apparentemente espliciti dati elettorali. Il caso della presidenziale francese non fa eccezione alla regola. La riflessione sul responso delle urne del primo turno



