Le scivolate populiste di Draghi

Mai fidarsi dei richiami alla volontà del popolo durante una crisi di governo

Italy's Prime Minister Mario Draghi arrives for an EU summit at the European Council building in Brussels, Tuesday, May 25, 2021. European Union leaders gather for a second day of meetings to discuss the coronavirus pandemic and to assess new measures on how to meet targets to become climate-neutral by mid-century. (Olivier Hoslet, Pool via AP)
Italy's Prime Minister Mario Draghi arrives for an EU summit at the European Council building in Brussels, Tuesday, May 25, 2021. European Union leaders gather for a second day of meetings to discuss the coronavirus pandemic and to assess new measures on how to meet targets to become climate-neutral by mid-century. (Olivier Hoslet, Pool via AP)
  • C’è un passaggio del discorso di Draghi in Senato, mercoledì scorso, che rappresenta un clamoroso errore: quando il Presidente, guardando i senatori, ha rivendicato di essere in quell’Aula “solo perché gli italiani lo hanno chiesto” 
  • A partire dagli anni ‘90, quando un governo è entrato in crisi ci sono sempre state mobilitazioni di piazza per sostenere il Presidente uscente e invitare il Parlamento a confermare la fiducia: dai groupies berlusoniani alle manifestazioni pro-Conte in piena pandemia.
  • L’idea del “popolo” che chiede al potente di turno di decidere in un certo modo e il potente lo asseconda, al di fuori delle procedure definite dal sistema costituzionale, è naturalmente una idea antidemocratica.

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