- C’è qualcosa di indicibile nella cacciata di Giletti. Il giallo della foto che ritrae Berlusconi, i boss di Brancaccio e il generale dei carabinieri Francesco Delfino, regista occulto dell’operazione che nel 1993 ha portato il capo dei capi in carcere. Una foto che potrebbe raccontare più di cento processi.
- Due opposte verità. Ma come credere a un uomo che ha fatto per trent’anni il doppio gioco galleggiando fra Cosa Nostra e chissà chi? Una trasmissione che ha rotto l’armonia che si era creata intorno alla facile cattura del capo clan trapanese.
- E adesso Baiardo continua ad interpretare sé stesso. Dice che forse sbarcherà sui canali Mediaset, pronto anche un libro per il prossimo maggio.
E così abbiamo il primo “pesce grosso” caduto nella rete, il primo nome eccellente che affaccia nei misteri di Matteo Messina Denaro. Altro che amanti, altro che covi con vista piazza o i selfie con i medici, i messaggi scambiati con le pazienti, le calamite con il Padrino Marlon Brando appiccicate sul frigorifero, le storie di corna e gelosia. Finalmente la latitanza ignota di Matteo ci consegna dopo quattro mesi di fuffa una vera notizia: Giletti. Era ora. Non se ne poteva più di chiacchie



