- Il procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia: ««Questa cattura è un successo dello stato, basta con le speculazioni che gettano ombre su un'attività investigativa impeccabile e trasparente». Probabilmente il procuratore ha ragione, ma restano tante le anomalie sul comportamento del latitante.
- La preveggenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Sapeva o non sapeva dell’imminente cattura?
- Dai libri si può sempre imparare qualcosa. In un romanzo di Andrea Camilleri del 1996 una scena molto siciliana, il dialogo fra un boss e il commissario Montalbano. Il boss vuole consegnarsi, il commissario lo invita a presentarsi e lui risponde: «Io mi faccio arrestare, io non mi costituisco».
Sono passati più di quindici giorni dalla cattura di Matteo Messina Denaro e, a freddo, si può aggiungere qualcosa fuori dalla tempesta di voci che ha accompagnato il clamoroso avvenimento di un latitante preso dopo trent’anni. In verità non è che si siano placate le polemiche sull'arresto, al contrario si è radicalizzato lo scontro fra chi insinua che vi sia stato l'ennesimo patto fra stato e mafia e chi invece rivendica l’azione di una classica operazione di polizia felicemente conclusa.



