A differenza che nella prima ondata, i morti sono scomparsi dal racconto pubblico del Covid: non conosciamo le loro storie, la politica li ignora, soltanto su Facebook vengono ricordati, in un gruppo che ormai ha un numero di membri simile a quello delle persone uccise dal virus
- Da inizio pandemia sono morte 66.537 persone e fare lo sforzo di immaginare gli individui dietro i numeri è tanto faticoso quanto necessario. C’è un gruppo Facebook che se ne occupa dal 22 marzo 2020.
- Proprio nelle ore in cui si parla di istituire una zona rossa nazionale dal 24 dicembre al 3 gennaio, mi chiedo se sia per questa mancanza di riferimenti visivi che ci siamo lasciati travolgere, per settimane, dal dibattito sulla possibilità o meno di organizzare un cenone.
- Per riportarci a un principio di realtà servirebbe che le parole di chi ci guida non assecondassero negazioni e allucinazioni collettive. I numeri li abbiamo sempre avuti, ma ci sono mancate le storie.
Ieri sono morte altre 680 persone, martedì prima erano state 846, 66.537 da inizio pandemia, e fare lo sforzo di immaginare gli individui dietro i numeri è tanto faticoso quanto necessario. C’è un gruppo Facebook che se ne occupa dal 22 marzo 2020. Si chiama Noi Denunceremo e ha radunato quasi 70.000 iscritti, una cifra molto vicina a quella delle vittime. Scorrerne la timeline fa il male necessario perché traduce i numeri in volti e i volti in storie: «se n’è andata a maggio dopo due mesi di os



