«La bruttezza è eccitante. Investigarla per me è più interessante che la borghese idea di bellezza. Perché la bruttezza è umana», ha detto Miuccia Prada dopo la sua sfilata durante la settimana della moda milanese. Un concetto che col pensiero mi ha riportato al film Poor Things di Yorgos Lanthimos, genio che è riuscito a vincere la Mostra di Venezia portando sullo schermo Emma Stone nella sua versione peggiore – o migliore secondo l’ottica Miuccia.

«Ugly is attractive, ugly is exciting, maybe because it is newer», ha ribadito la stilista. Più nuovo, come l’imprecisato ma doloroso confine tra bello e brutto del film, ora nelle sale, del regista esteta Alain Parroni.

Una sterminata domenica, coprodotto dal big del cinema Wim Wenders. Mentre attendo da venti minuti sotto la pioggia un taxi, la mia mente vola al front row della sfilata Prada appena vista.

C’erano Kylie Jenner, Sofia Richie, Camille Rowe e tante altre bellissime e ricchissime che rispondono a canoni estetici precisi. Chissà - mi chiedo mentre le loro berline nere con autista mi passano davanti - se saranno stufe come la mentore Miuccia di questa borghese idea di bellezza (e ricchezza).

LA TORTA VEGANA DEL RAPPER

Ci ha pensato Moschino a far ballare anche il parterre della stampa di settore più severa. Dopo l’addio del direttore creativo Jeremy Scott, per il quarantesimo anniversario della maison fondata da Franco Moschino, è stato chiesto a quattro stylist internazionali da milioni di follower – Carlyne Cerf de Dudzelle, Gabriella Karefa-Johnson, Lucia Liu e Katie Grand – di creare una collezione ispirandosi ai modelli dello stilista che hanno fatto la storia degli anni Ottanta.

In passerella tanti sorrisi, tanti colori, tanta musica, tanta gioia, perfino tanti ballerini con la coreografia di Wayne McGregor. Tanto di tutto. Io però, in preda a una borghese allegria che tentavo di trattenere, guardavo solo il rapper VillaBanks, 20 anni, seduto di fronte a me. Di certo tutta colpa della sfilata ormonale di cui ero ostaggio.

Pare che il giovane artista sia arrivato mezz’ora in ritardo alla prova abiti, mandando in tilt l’ufficio stile. Ma che si sia fatto perdonare portando una torta vegana e senza latticini. «Attenzioni così non capitano mai», hanno detto con gli occhi che brillavano Benedetta e Francesca dell’ufficio stampa, forse anche loro in ostaggio come me.  

SCAMBIO DI MAGIONI

Che il fumo faccia male è un dato di fatto, ma le interazioni migliori nascono tra i reietti fuori dai locali. E così è stato anche fuori dalla sfilata, quando il rapper mi ha raccontato del suo disco in uscita e che sua madre Francesca, nobildonna siciliana, ha fondato l’associazione Dimore del Quartetto.

E io rapita annuivo. Il progetto si basa sullo scambio tra dimore storiche e residenze artistiche, per aiutare i musicisti a trovare alloggio durante le trasferte. «Crediamo che la bellezza sia un bene di prima necessità e non un privilegio», leggo sul sito. Non so se Miuccia sarebbe d’accordo, ma per me signora Moncada, madre di VillaBanks, io dico a tutto sì.

TUTTE A CENA CON DI CAPRIO

L’altra sera ho fatto un errore, sottovalutando l’invito a cena di Elena a Casa Cipriani. C’erano tutti, da Leonardo di Caprio attovagliato con la neofidanzata Vittoria Ceretti e l’amica di lei Benedetta Porcaroli, a Scarlett Johansson e Naomi Campbell. All’ultimo piano, in consolle, suonava dj Tennis e ballavano Gigi Hadid e Bianca Balti.

Ho scelto invece di festeggiare la nuova maglia dell’Udinese Calcio disegnata dal giovane creativo Marcello Pipitone allo spazio Arca di via Rimini su invito dell’amica Umberta Beretta che lo sostiene con la Camera della Moda, di cui è membro.

«Sono attesi 500 ospiti e si alterneranno tre dj in consolle», mi ha aggiornato lei mentre fuggiva altrove. E anche io a quel punto ho optato per un classico intramontabile Armani Privè con open bar di cui pago ancora le conseguenze.

Ha scelto invece una casa privata in un palazzo storico nella centralissima via Fatebenefratelli Lavinia Fuksas, per presentare la sua linea di gioielli d’oro e brillanti. Attovagliate c’erano sua madre Doriana e sua sorella Elisa, Ornella Vanoni, Paolo Stella e tanta stampa. «Vuoi provare la collana Isola?» mi ha chiesto lei, mentre io declinavo per evitare di affezionarmi troppo.

Tra i ricordi di questa fashion week porterò con me il concerto di Marianne Mirage tra le mura di Villa Mozart per il marchio Serapian. Un posto talmente magico che James Goldstein, già proprietario di una delle più spettacolari ville di Los Angeles, ha chiesto se la magione fosse in vendita. La bellezza borghese non deve averlo ancora annoiato.

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