Ai morti si deve giustizia. Sarebbe il caso di dare un segnale (un sacro dovere delle istituzioni) a tutte quelle famiglie dimenticate dalla storia che scontano ancora il trauma del sangue dei loro figli, perché giustizia non l’hanno mai avuta
È un errore utilizzare la memoria di Ramelli come una memoria di parte» perché un caso come il suo andrebbe «elevato a monito di ogni violenza». Ha ragione il presidente del Senato, Ignazio La Russa, quando dice che al ricordo dei morti si deve rispetto e che il senso di umana giustizia dovrebbe farsi ricordo collettivo. Sergio Ramelli era uno studente di 19 anni, iscritto al Fronte della gioventù, ucciso a Milano nel 1975 da militanti di Avanguardia operaia. A condannarlo, un tema in cui aveva



