I porti non saranno chiusi, ma neppure troppo aperti. Sull’immigrazione di certo c’è solo che ci sarà continuità con i governi precedenti. Nel discorso pronunciato al Senato per ottenere la fiducia dal presidente del consiglio Mario Draghi, la continuità non è esplicitata ma intrinseca nelle poche righe dedicate alla questione. L’unico riferimento più concreto, e promettente, è al regolamento di Dublino. Draghi lascia intendere che va riformata in Europa quella norma che obbliga i migranti a richiedere l’asilo politico nello stato di arrivo nonostante siano diretti in altri stati membri.

Continuità

Nel resto l’approccio di Draghi appare appiattito sulle precedenti esperienze. Seppure senza la brutalità sovranista del blocco delle navi in mezzo al mare, prevale l’approccio fondato sulla distinzione tra chi emigra dalla povertà e chi per fuggire dalle guerre o alle violenze dei regimi. Una formula che accontenta tutti, democratici e sovranisti, entrambi sostenitori del ruolo della Libia nei respingimenti, di fatto legittimati dagli accordi firmati per la prima volta dal governo Berlusconi con Gheddafi, rinnovati con il centrosinistra, valutati positivamente da Matteo Salvini, rinsaldati da Luciana Lamorgese, che dal Pd era stata voluta al Viminale nel secondo governo Conte e confermata da Draghi.

Frontiera libica

L’esternalizzazione delle frontiere, sponsorizzata anche dalla Commissione europea con milioni di euro, insieme al ruolo dell’agenzia Frontex (nonostante i sospetti di frodi e i respingimenti illegali) sono ritenuti la chiave di volta per arrestare il flusso mediterraneo. Tuttavia con il nobile scopo di prosciugare le casse dei trafficanti di uomini si condannano migliaia di esseri umani ai gironi infernali delle prigioni libiche.

L’ipocrisia, dunque, segna la continuità tra i governi. Se è lecito aspettarselo dalla destra, non dal lato progressista, che, al contrario, dovrebbe far prevalere la realtà dei fatti: la Libia, con i suoi centri di detenzione e lager dove vengono torturati uomini, stuprate donne e incarcerati i bambini, non è un luogo né un porto sicuro dove respingere i barconi carichi di umanità e disperazione.

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