Dopo la fase dell’eccezione

Al Pd serve un’agenda diversa da quella del governo Draghi

  • Una maggioranza che include Lega e Forza Italia non rappresenta l’alternativa alla destra sulla quale dobbiamo investire per il “dopo Draghi”. 
  • Bisogna distinguere il sostegno attuale da qualsiasi ambizione a rinnovare lo stesso modulo, o simile, nel caso per la terza volta di seguito dalle prossime urne non uscisse una chiara maggioranza politica.
  • La campagna elettorale tedesca con la ripresa dell’Spd sembra indicare che , al di là della “agenda Draghi”, il Pd  ha bisogno di un’agenda propria.

Ha ragione Gianfranco Pasquino che lo ha scritto ieri su questo giornale: l’alleanza tra Pd e 5 Stelle è inevitabile ma da sola non basta. Attorno a quella serve costruire un impianto di programmi e persone accomunate da una visione di società e di Europa. In una parola, serve una “politica”, concetto che mal si riduce a una somma di candidature e slogan. Sulla base della premessa e riflettendo su governo e alleanze, sarei per archiviare la discussione se l’agenda Draghi sia o meno l’agenda d

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