Già nel 2021 la Commissione europea aveva pubblicato i risultati di uno screening sui siti web di molte aziende evidenziando che nel 42 per cento dei casi vi era motivo di ritenere che le affermazioni fossero esagerate, false o ingannevoli e potessero potenzialmente configurare pratiche commerciali sleali
Questo articolo è tratto dal nostro mensile Cibo, disponibile sulla app di Domani e in edicola