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Quanta ipocrisia sulla scelta delle armi da fornire a Kiev

È il confronto asimmetrico tra uno Stato che ha la bomba e uno che non la possiede a incidere, provocando le conseguenti contorsioni lessicali per cui stiamo sì con Kiev ma fino a un certo punto

Se nella storia compare una pistola prima o poi sparerà, ha scritto Anton Cechov. E, se il postulato vale nella finzione letteraria, figurarsi sul campo di battaglia dove le pallottole non sono a salve e non si muore per finta. Un atteggiamento ipocrita fin dall’origine sta accompagnando ormai da trenta mesi il conflitto in Ucraina. Tutto nasce dall’anodina distinzione tra armi di difesa e di offesa. L’occidente rifornisce gli arsenali di Kiev a patto che la propria produzione non venga usata pe

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