- La sensazione è che chi accumula risorse sia stato messo bene o male nelle condizioni di continuare a farlo, mentre chi lavora per la sussistenza quotidiana si trovi oggi allo stremo: lo scenario è afflitto da squilibri di classe, frutto di una visione della società sbilanciata, unilaterale.
- Non è una pandemia per poveri: la crisi sanitaria ha agito e continua ad agire da catalizzatore delle disuguaglianze, in senso materiale, ma anche psicologico.
- Gli stessi regolamenti che di volta in volta rimodellano attività e chiusure hanno un peso, una ricaduta soggettiva diversa a seconda del reddito.
Questa non è una pandemia da poveri: mia madre e gli altri lavoratori fantasma
31 marzo 2021 • 12:16