Decidere insieme con quali imposte, a carico di chi, e per pagare quali spese: la democrazia si basa su tali domande dal 1773 (rivolta di Boston contro la corona inglese). Il governo attuale non esce dal nulla come pretende; è sempre berlusconismo, con la faccina cattivante o truce, al posto del sorrisone del Cavaliere. Il motto resta: «Non mettiamo le mani nelle tasche degli italiani»; l'opera è ora compiuta, ma come arriveranno al 2027?Il 25 gennaio, col concordato preventivo biennale, i seguaci han ricordato il trentennale della “discesa in campo”. Anche la premier era nel mazzo; altro che underdog. Ma il Capo, che divorava i possibili eredi, non concepiva un'erede con l'apostrofo: scherziamo, una donna?

Il fisco proporrà a milioni d'imprese e partite Iva di concordare l'imposta per un biennio. Raggiunto l'accordo, basta controlli; nulla è dovuto se il reddito effettivo supera quello fissato. Per il 2024 l'accordo va definito entro il 15 ottobre, quando mancherà poco a fine anno. Ci si baserà sulla dichiarazione di chi, sapendone più del fisco, giostrerà i redditi a piacere, smistando ricavi su anni già definiti; ma tralasciamo i dettagli.L'accordo sarà offerto anche agli inaffidabili contribuenti con Indice Sintetico di Affidabilità (Isa) inferiore a 8. I dati del Mef, esposti sul Sole 24 Ore, distinguono le dichiarazioni di oltre 2 milioni di contribuenti fra chi ha Isa minore o maggiore di 8.

Gli inaffidabili denunciano il 68,5 per cento meno degli altri; anche commercialisti e consulenti del Lavoro, ben piazzati al governo, hanno un gap del 55 per cento.Se si basa su dichiarazioni così menzognere, il concordato si fa condono. Che esistano differenze di reddito è ovvio; che coincidano con quelle di affidabilità, è tutt'altro. Il governo, offrendo a tutti lo stesso accordo, punisce tanti onesti premiando tanti ladri, lieti di fissare al minimo l'imposta.

Premiare i ladri

La lungimiranza è ardua per ogni governo, ma questo è da guinness; tace, complice, il moderatismo nostrano, sempre ossequiente al potere. Come gli altri, anche tale condono, forse destinato a durare e descritto come rivoluzionario da Giorgia Meloni, porterà ora qualche euro in più ma poi aprirà grandi buchi.

Il viceministro Maurizio Leo sul Sole 24 ore nega il condono. Si fanno troppo pochi controlli per mancanza di personale, dice; almeno così s'incassa qualcosa. Come egli sa, poche modifiche di legge permetterebbero al sistema, ad esempio, il raffronto fra fatture emesse e ricevute in tempo reale; l'ha scritto sul Sole 24 Ore Vincenzo Visco. Egli aggiunge che se cala l'imposta cala anche l'evasione: quando la tassa è zero, l'evasione sparisce, ma il deficit sale.

È il capolavoro di Meloni illusionista, con la bacchetta magica riduce l'evasione ma salirà il deficit. Questa coalizione dà rifugio agli evasori; poi ognuno pagherà da sé i servizi, non più pubblici! Così si mina la democrazia, anche il debito, lungi dal calare, salirà. Non si sa come Meloni, respinto l'ombrello del Mes, reagirà; da aggressiva, se si mette male può attizzare il fuoco, additando l'opposizione “nemica della Nazione”. Ora che la Ue prende di mira l'amica Ungheria filo-russa, anche la troppo furba presidente della Commissione von der Leyen starà più attenta. La cauta lode dell'Economist a Meloni è il sollievo di chi non vede i temuti sfracelli finanziari, ma i rischi sono altri; è vano chiedere alla coalizione dichiarazioni antifasciste.

Rischiamo che nel governo, allergico a bilanciamenti e controlli, cresca ancora l'autoritarismo. Storicamente esso è sfociato a Oriente nelle dittature di sinistra, a Occidente nel terrore di destra. Da quella parte bisogna vigilare; speriamo che Trump, amico dei tre al governo e ostile alla Ue, non torni alla Casa Bianca.

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