- Non è soltanto un esempio di elevato senso delle istituzioni la dichiarazione di Sergio Mattarella di non essere disposto ad accettare un secondo mandato (meno che mai opportunisticamente ridimensionato a qualche anno) per consentire ai partiti di guadagnare tempo.
- É un gesto di grande saggezza politica e costituzionale. Sgombra il campo da una soluzione di comodo e chiama alla responsabilità i kingmakers. Il resto è chiaro.
- Chi in base alla sua traiettoria politica offre maggiori garanzie di rappresentare l’unità nazionale, di sapere usare i notevoli poteri di cui usufruirà per riequilibrare il sistema politico italiano, di avere quel prestigio internazionale che serve per l’Italia in Europa?
Il totonomine sul presidente della Repubblica ha senso per i commentatori e per gli scommettitori. Chi indovinerà cercherà di trarne qualche profitto. Invece, “tirare la giacchetta” ai candidabili è fin d’ora un esercizio potenzialmente molto democratico. Il “tirato” si rivolgerà allo strattonatore chiedendo ragione di quel comportamento e per sapere in quale direzione dovrebbe andare. Motivando quello che ha fatto e indicando la direzione lo strattonatore dovrà convincere anche altri delle



