Le malattie dovute all'inquinamento dell'aria, a causa del riscaldamento domestico e alla cottura dei cibi, costano a ogni famiglia italiana 180 euro all'anno in spese sanitarie. Questa la conclusione del primo studio europeo che analizza i costi ambientali, sanitari e sociali dell’inquinamento domestico. Lo studio, promosso dalla rete europea degli enti che si occupano di salute pubblica (Epha) insieme all’italiana Associazione Medici per l’Ambiente Isde, sarà presentato a Bruxelles il 31 marzo.

Il rapporto è stato realizzato mettendo insieme dati Eurostat e da altre autorevoli fonti, focalizzando l’attenzione su sette agenti inquinanti provenienti dal riscaldamento domestico e dagli impianti di cottura. Riflettono l'impatto diretto sulla salute delle emissioni inquinanti dell'aria in termini di malattia e di una minore aspettativa di vita.

L'inquinamento atmosferico è il principale rischio ambientale per la salute. Solamente il PM 2.5, uno degli inquinanti studiati, ha causato la morte prematura di circa 49.900 italiani nel 2019. Circa la metà di tutta l’emissione di PM 2.5 proviene dall'uso di energia nelle nostre case.

Complessivamente, l'Italia spende 4,6 miliardi di euro, più di qualsiasi altro paese europeo. Le famiglie italiane pagano molto di più della media europea, che è di 130 euro.

I bambini, gli anziani, le donne incinte e i malati sono i più colpiti dall'inquinamento atmosferico, mentre i costi sono più alti nelle città rispetto alle aree rurali perché l'inquinamento è più elevato e interessa un maggior numero di persone.

Più dei trasporti

Nonostante in diciotto dei ventotto paesi studiati l'inquinamento degli edifici residenziali causi più costi sanitari del settore dei trasporti, la Commissione Europea ha trascurato il riscaldamento e la cottura come fonti di inquinamento atmosferico.

L’obiettivo dello studio è anche quello di esortare la politica europea e nazionale verso il passaggio dal riscaldamento a combustibili fossili ad alternative pulite. A maggior ragione in questo momento quando, accanto alle problematiche legate alla salute, i prezzi dell’energia tradizionale sono alle stelle. Le soluzioni sono a portata di mano: basterebbe, per esempio, sostituire le stufe a legna, ancora assai utilizzate nel nostro paese, con pompe di calore.

Non è tutto fermo, però. L'Unione europea sta definendo un fondo specifico da 72 miliardi di euro, chiamato Social Climate Fund. A partire dal 2025, aiuterà i residenti europei a passare a forme più pulite di energia domestica e dovrebbe contribuire, tra le altre cose, a ridurre la povertà energetica. L' Italia è tra i governi che si sono impegnati a ridurre la sua dipendenza energetica dalla Russia e a promuovere le energie pulite.

Combustibili fossili e biomassa

Adesso è più chiaro che bruciare combustibili fossili e biomassa in casa non è solo un problema ambientale, ma anche un grave problema di salute. La soluzione sta nell’assicurare che le case siano alimentate da fonti rinnovabili pulite. Ecco perché chiediamo ai leader politici di supervisionare un “grande cambiamento pulito”, aiutando le famiglie a passare alla cottura dei cibi e al riscaldamento puliti. Mentre le persone sono alle prese con i prezzi elevati dell’energia, dobbiamo evitare soluzioni rapide e dannose che ci incatenano all’inquinamento con effetti sulla salute e sul clima a breve e a lungo termine. Le nostre case devono essere un luogo di salute.

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