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Cosa può imparare la sinistra italiana dalle piazze francesi

  • «Noi non faremo la fine dell’Italia », recitava uno degli striscioni della manifestazione di martedì 8 marzo a Parigi contro la riforma delle pensioni di Macron.
  • Una riforma che ricorda quelle italiane, che scaricavano il peso della sostenibilità dei conti pubblici sulle fasce medio-basse della popolazione.
  • Intanto il mondo è cambiato, e c’è più consapevolezza delle disuguaglianze e nessuna voglia di subire le conseguenze dei tagli alla spesa. I sindacati e i partiti della sinistra potrebbero imparare dalla Francia e costruire una piattaforma di piazza comune per imporre un’agenda di temi sociali.

«Noi non faremo la fine dell’Italia », recitava uno degli striscioni della manifestazione di martedì 8 marzo a Parigi contro la riforma delle pensioni del presidente Emmanuel Macron. Uno striscione che dietro al facile slogan nasconde un’acuta osservazione: questa riforma sembra in continuità con quelle effettuate in tutt’altro contesto sociale ed economico dai governi italiani degli anni Novanta e 2000: Amato, Dini, Maroni, Prodi. Un processo che è continuato fino alla riforma Fornero del 2011

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