La finale è solo una partita

Il ritorno del vecchio nazionalismo con la scusa del calcio

  • Quando si vince una gara sofferta, tesa fino all’ultimo secondo, la gioia è incontenibile.
  • Lascia invece perplessi la sbornia nazionalista che è tracimata da tanti commenti nei giorni seguenti. La soddisfazione per un risultato prestigioso si è trasfigurata in una visione, sublimata, dell’Italia e addirittura di tutta l’Ue come se si trattasse di una rivincita sulla Brexit.
  • Lo sport ha soppiantato la religione come oppio dei popoli e i cannoni come fattore di potenza. Ma dal sonno della ragione poi ci si sveglia, e si scopre che una impresa sui campi di calcio o di tennis non ha nulla a che vedere con la vita reale.

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE