È una corsa contro il tempo. Mentre si ammassano i blindati attorno alla striscia di Gaza e proseguono i bombardamenti sulle basi di Hamas, sono in atto vari tentativi per salvare i rapiti e i civili rinchiusi nella striscia, tra i quali anche i cristiani. In queste ore il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani si è recato in visita in Israele, spingendosi a pochi chilometri da Gaza, a Netivot, assieme al suo omologo Eli Cohen.
Netivot è a poca distanza dal kibbutz di Kfar Aza e di Beeri dove sono avvenuti i massacri più allucinanti, quelli contro i bambini e i ragazzi. Assieme hanno visitato alcune distruzioni causate dall’attacco e poi c’è stato un punto di sintesi sull’intera situazione, con una riunione nel bunker del municipio.
Gli sforzi di Tajani
È qui che Tajani ha impostato il suo tentativo per salvare i cristiani di Gaza, come richiesto da varie parti, sia in Vaticano che dalla chiesa locale.
Ha passato al telefono al ministro Cohen il patriarca di Gerusalemme dei latini, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, che ha spiegato come la cosa potrebbe avvenire e la localizzazione dei cristiani.
Dopo gli orrori dei kibbutz assaliti e il massacro dei bambini, si cerca di limitare al massimo altre vittime civili. Gli stessi appelli dell’esercito israeliano ai civili di spostarsi verso sud, cioè verso l’Egitto, servono a cercare di evitare troppe vittime collaterali. Ci si aspetta infatti una lotta casa per casa e strada per strada.
Hamas ha certamente previsto la risposta israeliana e si prepara a resistere facendosi scudo dei civili. Per questo l’organizzazione terrorista prova ad impedire alla popolazione di spostarsi. I cristiani a Gaza sono una piccola comunità, poco più di 1.000 fedeli dei quali un centinaio sono cattolici.
La preghiera di Bergoglio
Il papa ha chiesto un’azione per salvarli dai bombardamenti e dall’inevitabile reazione militare israeliana. Non costituendo un pericolo per nessuno, l’Italia sta cercando di esfiltrarli dalla striscia.
Il ministro Cohen ha assicurato che il suo governo sta riflettendo su come accogliere tale richiesta. In queste ore convulse anche le autorità di Israele stanno cercando il modo per evitare danni troppo gravi ai civili.
Un simile tentativo –ancor più difficile – Tajani sta facendo assieme agli altri ministri dell’Unione Europea per salvare i rapiti italiani ed europei.
Ci sono ancora due italo-israeliani dispersi di cui non si hanno notizie e si teme siano stati portati dentro la striscia. Da più parti tutti gli sforzi sono messi in opera per tirare fuori dal calderone di Gaza quanti più innocenti possibile.
Corsa contro il tempo
Non sarà facile: Hamas ha bisogno di scudi umani per evitare di essere completamente distrutta. Per questo si tratta di una corsa contro il tempo: la rappresaglia israeliana non potrà attendere troppo per non dare il tempo ai terroristi di confondersi ancor più tra la popolazione.
Non sarà facile: c’è una Gaza visibile ma ce n’è una sotterranea da cui arrivano le armi e in cui sono probabilmente tenuti i rapiti. Il tempo stringe e tutti sanno che nulla sarà più come prima.
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