Ci vuole tutta la faccia tosta di Giorgia Meloni per arringare i giornalisti schierati con parole da libro Cuore: ma credete veramente che vorremmo vedere i migranti annegare?

Eppure sarebbe bastata una piccola, modesta obiezione del tipo, ma presidente, con tutto il rispetto, impedire alle Ong di portare soccorso in mare rende più sicura la navigazione delle carrette del mare stracolme di migranti o mette più a rischio la loro vita? Ci chiarisca il punto, per cortesia, basta un si o un no.

Poi, si potrebbe anche avanzare un sospetto, certo malizioso come tutti i sospetti. Non vi sarà per caso una relazione tra il mancato soccorso ai poveretti affogati a Cutro e quanto lei ha detto mille e una volta, e cioè che l’immigrazione va fermata ad ogni costo perché l’Italia rischia di perdere la sua identità nazionale, cristiana ovviamente?

Del resto, e sono sempre parole sue,  della premier, va assolutamente stroncato un preciso progetto di «sostituzione etnica» messo in atto dai poteri forti internazionali e dai fautori della globalizzazione con alla testa  il finanziere George Soros, da lei definito un usurario perché forse le ricordava l’ebreo Shylock del Mercante di Venezia shakespeariano.

E infine, se aveva accusato di strage e chiesto le dimissioni del governo Renzi, nel 2015, di fronte ad un drammatico naufragio di migranti, peraltro a 200 chilometri dalle coste italiane e non a 40 metri come a Cutro, cosa pensa di fare ora? Almeno chiederà scusa?

Dirà che si è sbagliata? O farà finita di niente?  In altri tempi e ad altri leader, incoerenze così clamorose venivano rinfacciate un giorno si e l’altro pure.

Ora, gran parte dei media e praticamente tutto il settore televisivo si guarda bene dal mettere sulla graticola la premier e la lascia passare di tutto.

Ora Giorgia Meloni, alla fine della passerella organizzata a Cutro, ha scoperto l’immigrazione, le sue dinamiche e i suoi reali problemi. Chissà dov’era prima, quando chiedeva il blocco navale e gridava all’invasione. 

E non si è ancora accorta che l’Italia accoglie meno migranti degli altri paesi europei, salvo Ungheria e Polonia dove i suoi amici del cuore respingono tutti quelli che hanno la pelle scura.

L’unica proposta lanciata dopo la strage del 26 febbraio, cioè l’introduzione per decreto di norme severissime per gli scafisti, mette in luce tutta l’ impreparazione a gestire questo dossier una volta che si esce dalla più scalmanata demagogia.

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