- Solo una minoranza di italiani si dichiara desiderosa di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid. Nell’ultimo decennio, il fenomeno dell’“esitazione vaccinale” è cresciuto insieme alle posizioni apertamente “no vax”.
- Imporre l’obbligatorietà comporterebbe gravi conflittualità. Ma la “libertà di scelta” rischia di minare la salute come bene collettivo, enfatizzando la risposta individualistica.
- L’unica strada percorribile per la politica è una comunicazione trasparente. Non propaganda e paternalismo, ma chiarezza nell’indicazione di benefici e rischi.
La via d’uscita da questo annus horribilis, la luce in fondo al tunnel, ha un solo nome: vaccino. È la concretezza di questa prospettiva a permetterci di stringere i denti e accettare il prolungamento delle misure eccezionali, nell’attesa che l’immunizzazione di massa ci restituisca il respiro. Eppure, secondo i sondaggi, solo una minoranza di italiani si dichiara desiderosa di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid. Nel nostro paese, nell’ultimo decennio, il fenomeno dell’“esitazione vaccinale



