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Sulla vita e la morte la politica non sa decidere

  • Alle storie di dolore e rabbia delle persone a cui è negato il suicidio assistito la politica oppone un silenzio ostinato. Altre preoccupazioni e urgenze non giustificano la totale assenza di attenzione a un tema che riguarda, nel senso più letterale, la vita delle persone.
  • Il vuoto causato dall’inerzia del parlamento è ciò che da anni consegna le materie cosiddette “sensibili” principalmente nelle mani dei giudici. È il processo di “giudiziarizzazione” della politica.
  • Così è avvenuto anche con un altro pronunciamento che negli ultimi giorni ha cominciato a produrre i suoi effetti: la sentenza 131/22 della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo l’automatismo che assegna il cognome del padre a figli e figlie.

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Una pesante grata di ferro pesa su un corpo immobile, disteso, impedito non solo nei movimenti ma anche nella scelta su come porre fine alle proprie sofferenze. L’immagine che illustra la campagna per l’eutanasia legale dell’associazione Luca Coscioni contiene il dramma delle storie di dolore e rabbia a cui danno voce le cronache in questi giorni. E a cui la politica oppone un silenzio ostinato. Mario (nome di fantasia), 44 anni, è la prima persona in Italia ad aver ottenuto il diritto di mor

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