- L’accordo sulla tassazione delle multinazionali firmato giovedì a Parigi, è stato da molti definito storico.
- I paesi firmatari hanno raggiunto un accordo su entrambi i pilastri su cui l’Ocse lavora da anni per definire la strategia di lotta all’elusione delle multinazionali. In primo luogo, il principio per cui la tassazione deve almeno in parte essere legata al luogo in cui si svolge l’attività e non alla sede fiscale.
- Il compromesso raggiunto giovedì è per certi versi deludente: esso riguarda solo le imprese con un fatturato di almeno 20 miliardi di euro e con una redditività di almeno il 10 per cento.
L’accordo sulla tassazione delle multinazionali firmato giovedì a Parigi, è stato da molti definito storico. Con il cambio di amministrazione gli Stati Uniti hanno messo tutto il loro peso dietro ad un’iniziativa dell’Ocse che si trascinava da anni e sono riusciti a far sì che l’accordo fosse firmato da 130 paesi, tra cui la Cina e tutte le grandi economie (avanzate ed emergenti) del G20. È significativo che tra i nove paesi che si sono rifiutati di firmare appaiano Irlanda e Ungheria, due para



