Il caso PSG

Tetto salariale e tassa sul lusso: così l’Uefa abbandona il Fair Play Finanziario

PSG's Lionel Messi smiles during players presentation before the French League One soccer match between Paris Saint Germain and Strasbourg, at the Parc des Princes stadium in Paris, Saturday, Aug. 14, 2021. (AP Photo/Francois Mori)
PSG's Lionel Messi smiles during players presentation before the French League One soccer match between Paris Saint Germain and Strasbourg, at the Parc des Princes stadium in Paris, Saturday, Aug. 14, 2021. (AP Photo/Francois Mori)
  •  Nato negli anni Dieci per volere di Michel Platini, il Fpf ha avuto una vita difficile dal momento in cui si è imbattuto nei casi dei nuovi ricchi del calcio europeo, Paris Saint Germain e Manchester City.
  • Il club parigino è adesso il garante della presidenza Ćeferin, indebolita dal tentativo di Superlega da cui il Psg si è sfilato a sorpresa nonostante per anni sia stato indicato come uno dei possibili soci fondatori.
  • Il salary cap e la luxury tax sono strumenti usati nelle leghe professionistiche nordamericane, dove però sono calati in un sistema di pesi e contrappesi. Presi a sé hanno grande probabilità di cristallizzare i rapporti di forza esistenti.

Appuntamento a settembre per prendere atto che bisogna arrendersi. L’Uefa e il suo presidente, l’avvocato sloveno Aleksander Ćeferin, organizzano per il mese prossimo un meeting che enfaticamente viene presentato come fosse dedicato al futuro del calcio ma che in realtà avrà il compito di liquidare il passato recente. E quel passato si chiama Fair Play Finanziario (Fpf), il sistema voluto da Michel Platini all’inizio degli anni Dieci per provare a limitare lo strapotere finanziario dei club tra

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