Dopo la decisione della Federal Reserve sui tassi

Tra guerra e inflazione, il pericolo maggiore per le banche centrali è l’incertezza

  • La Fed ha aumentato i tassi a breve dello 0.25 per cento, come previsto prima della guerra ucraina.
  • La decisione assume un rilievo anche perché presa mentre la guerra ucraina colpisce l’economia. Infatti, se da un lato la guerra aumenta ancor più l’inflazione, per il costo delle materie prime e l’interruzione di varie produzioni, dall’altro l’incertezza e il disordine bellici contengono consumi e investimenti e quindi riducono la domanda aggregata e frenano il Pil.
  • C’è chi ritiene che crescere bene e con continuità e, insieme, portare un’inflazione prossima al 7 per cento annuo, abbastanza radicata nelle aspettative degli operatori, verso l’obiettivo del 2 per cento, sia un miracolo impossibile.

Mercoledì la banca centrale statunitense (la Fed) ha aumentato i tassi a breve dello 0.25 per cento, come previsto prima della guerra ucraina. Ha confermato l’intenzione di aumentarli sei volte nel resto del 2022, portandoli dallo 0.25 al 2 per cento e ha previsto di farli salire anche l’anno prossimo fino a quasi il 3 per cento. Jay Powell, presidente della Fed, ha anche annunciato che sono in preparazione le delibere per cominciare a vendere i titoli che la Fed ha acquistato negli anni scor

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