Due generazioni e due guerre

L’inverno freddo del gas bisogna saperselo godere

  • Dall’infanzia mi è rimasta l’abitudine, quando sento freddo, di mettermi un maglione più pesante. O di farmi un thè caldo, di rifugiarmi sotto il piumone.
  • Mi piace. Mi torna alla mente una delle scene finali di Guerra e Pace, quando Pierre Besuchov entra nella grande stanza in penombra e sul momento non vede Natasia, che è in un angolo, in un cono di luce.
  • Francamente, non vedo come i gradi in meno possano scatenare il disagio sociale. Ma forse è perché non vedo, appunto.

Non oltre 19 gradi, e una settimana in meno di riscaldamento. Tempi duri. Quando sono nato la seconda guerra mondiale non era ancora finita. Una famiglia borghese cittadina, la mia, nonni laureati, per dire. Qualche famulo di campagna faceva arrivare le uova, ogni tanto un pollo. Quanto al riscaldamento mi divertiva molto quel sistema: la nonna prendeva vecchi giornali, li immergeva nell’acqua e ne faceva delle palle grandi un pugno, che poi rimanevano il tempo giusto ad asciugare. Ben secc

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