- Contro il free speech assoluto vagheggiato da Musk riguardo a Twitter, Nesrine Malik sostiene sul Guardian che i social network funzionano se disciplinano “l’espressione e i contenuti”.
- Il problema non si porrebbe se le piattaforme, uscendo dalla fase del Far West, accertassero che le utenze siano autentiche, cioè intestate a persone fisiche o giuridiche.
- Così, fra illusioni di whistle blower e interesse dei padroni dei bot a lasciar le cose come stanno, il meglio dell’intellettualità democratica e liberale si perde a discettare se la libertà sui social sia resa più accettabile da un paio di manette.
Contro il free speech assoluto vagheggiato da Elon Musk riguardo a Twitter, Nesrine Malik sostiene sul Guardian (subito ripreso con compiacenza da La Stampa) che i social network funzionano se disciplinano «l’espressione e i contenuti». Tant’è che la libertà inaugurata da Musk col riammettere Donald Trump, filonazisti e compagnia, avrebbe innescato, a quanto si legge, una valanga di contenuti odiosi senza precedenti, tale da inorridire e far scappare gli inserzionisti pubblicitari (con la con



